giovedì 27 settembre 2007

Perché non esiste l'aldilà

Riporto un mio intervento sul blog di forma mentis (riveduto ed ampliato). Clicca qui per il thread intero.

Io dicevo, tra le altre cose, rivolto a Proudhon:

Noto tra l'altro nel tuo discorso una certa tendenza a non considerare l'ipotesi di Dio un'ipotesi scientifica, ma come qualcosa di fronte a cui l'atteggiamento corretto è la "rinuncia" ad investigare. Se è così, permettimi di enfatizzare: l'ipotesi di Dio è un'ipotesi scientifica, come tutte le altre. I metodi che useremmo per sapere se Cristo è nato da una vergine, o se ha avuto un padre umano, o se ha camminato sulle acque, sono i metodi della scienza. Il metodo che usiamo per sapere se esiste un dio progettista della vita è il metodo della scienza (anzi, la scienza ha già risposto negativamente a questa domanda). Idem per tutte le caratteristiche comunemente attribuite a Dio. Insomma, non c'è motivo per cui l'ipotesi di Dio non debba essere considerata un'ipotesi scientifica, soggetta come tutte le altre allo scetticismo scientifico, e all'indagine razionale.
Proudhon ribatteva:
l'ipotesi di dio, infatti, non è scientifica, almeno secondo l'epistemologia popperiana: è scientifica (molto volgarmente) l'ipotesi di cristo e dei miracoli [...]. L'ipotesi di qualcosa di estraneo all'esperienza umana, come l'iperuranio o il paradiso o dio o il principio intelligente, invece, è di per sé non scientifica ma metafisica perché essendo estranea alla nostra esperienza/percezione non può essere verificata né tantomeno falsificata.

Io rispondevo (riveduto):

Scusami se insisto, ma quello che dici è sbagliato su così tanti piani che credo valga la pena di rispondere.

Dici che l'ipotesi di Cristo è scientifica, ma l'ipotesi di Dio non lo è. Per dimostrarlo, identifichi l'ipotesi di Dio con l'ipotesi dell'aldilà (il che è già molto discutibile di per sé). Poi dici che l'aldilà, essendo qualcosa di completamente estraneo ai nostri sensi, non si potrà mai dimostrare falso.

Questo ragionamento è sbagliato per almeno due motivi. Prima di tutto, anche l'Unicorno Rosa Invisibile è (per definizione) estraneo alla nostra esperienza/percezione. Ed anche l'Unicorno Rosa Invisibile non si potrà mai dimostrare falso. Questo significa forse che dobbiamo essere agnostici rispetto all'unicorno rosa invisibile? Certo che no. Insomma, è irrilevante se l'ipotesi dell'aldilà si può dimostrare falsa o meno. Ciò che conta è se c'è evidenza in favore dell'ipotesi dell'aldilà. La scienza non può dimostrare in modo definitivo che l'aldilà non esista (anzi non può dimostrare in modo definitivo assolutamente nulla), ma può fornire evidenza che rende l'ipotesi dell'aldilà improbabile tanto quanto l'ipotesi di Poseidone. Insomma questo era il primo errore nel tuo ragionamento: ritenere rilevante il fatto che l'aldilà non si possa dimostrare falso.

Il secondo errore è questo. Tu affermi che l'ipotesi dell'aldilà non è scientifica (in quanto del tutto estranea alla nostra esperienza/percezione). Questa affermazione è clamorosamente sbagliata. L'ipotesi dell'aldilà è assolutamente alla portata della scienza. Vediamo perché.

L'ipotesi dell'aldilà afferma che la coscienza continua ad esistere dopo la morte. E perché mai la scienza non dovrebbe poter dire nulla in proposito? Risulta che la scienza ha molto da dire in proposito. Oggi sappiamo, dagli studi sulla mente, che la coscienza (cioè la capacità di provare emozioni soggettive) è il prodotto dello scambio di informazione tra i neuroni del cervello. C'è una quantità schiacciante di evidenza che lo dimostra. Ne elenco una parte. Se assumi delle sostanze particolari, puoi alterare il tuo stato di coscienza. Addirittura, se connetti degli elettrodi a parti precise del cervello, lo scienziato può indurre in te delle emozioni ben precise, come l'ilarità. (Il paziente, che è sveglio, si dichiara genuinamente divertito.) Può persino annullare la tua coscienza con la manipolazione giusta sul tuo cervello (ad es. con un anestetico).

La cosa importante, comunque, è che le emozioni (la coscienza) sono il prodotto della computazione effettuata dal cervello. Infatti, cosa fanno gli elettrodi ai neuroni? Un neurone non è altro che un piccolo computer analogico, che calcola una funzione matematica piuttosto semplice. E gli elettrodi non fanno altro che alterare il pattern di segnali elettrochimici con cui i neuroni comunicano. Cioè, in altre parole, alterano la computazione effettuata dai neuroni. E, come risultato, inducono delle emozioni soggettive. Tra le due cose (computazione ed emozione) c'è un nesso di causa ed effetto. E questo è oggi fuor di dubbio tanto quanto la teoria dell'evoluzione.

Tutto ciò è evidenza fortissima contro l'ipotesi del paradiso o ogni forma di aldilà. Perché? Semplicemente, poiché la coscienza è il prodotto della computazione, basta fare due più due e dedurre, con enorme grado di probabilità, che senza computazione non può esistere coscienza. Quando sei morto, non avendo tu un cervello che possa effettuare una computazione, non puoi avere coscienza.

Quindi l'ipotesi dell'aldilà è resa enormemente improbabile dalla scienza. Il che demolisce la tua affermazione iniziale, che l'ipotesi dell'aldilà sia in linea di principio inattaccabile dalla scienza.

Ora suppongo che cercherai di modificare la tua definizione di "ipotesi di Dio" in modo che sia inattaccabile dalla scienza, ma non ci riuscirai. Ci hanno provato in tanti, ad esempio definendo dio come l'ideatore delle costanti fisiche fondamentali. Nessuno ci è riuscito. Sul libro "L'illusione di Dio" di Dawkins trovi tutti i dettagli.
Mi piacerebbe molto iniziare una serie su mente e cervello, ma il tempo è così poco... :(
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