mercoledì 19 settembre 2007

Soldi ai cittadini, non agli enti

Non posso non notare che ci sono grossi fraintendimenti sul pensiero liberale (o "liberista", come si dice a volte, quasi che le libertà economiche meritassero un nome a parte).

Uno di questi fraintendimenti è che il liberale non abbia a cuore gli interessi dei poveri e dei deboli. Un altro è che il liberale ritenga che per fare il bene dei poveri e dei deboli sia sufficiente lasciare tutti gli uomini liberi di perseguire i loro interessi egoistici. Un terzo fraintendimento è che il liberale sia contro ogni forma di redistribuzione del reddito.

Niente di tutto questo è vero.

Il liberale, come tutti, ha come scopo la minimizzazione della sofferenza e la massimizzazione della felicità umana su questo mondo. Meglio metterlo in chiaro da subito.

Ciò detto, il liberale vuole semplicemente che i soldi vadano direttamente ai cittadini, anziché agli enti. Per il liberale, i cittadini dovrebbero ricevere degli assegni dallo Stato, o dei buoni, e allo stesso tempo lo Stato non dovrebbe poter finanziare direttamente gli enti, pubblici o privati. In particolare non dovrebbe esserci alcun flusso di denaro dallo Stato alle:
  • scuole (pubbliche e private);
  • ospedali (pubblici e privati);
  • fondi pensione;
  • università;
  • partiti politici;
  • imprese (pubbliche e private);
  • confessioni religiose;
  • uffici pubblici;
  • tv, giornali;
eccetera. Il liberale vuole troncare (con poche eccezioni che vedremo) ogni flusso di denaro dallo Stato a questi enti, sostituendolo con un flusso di denaro diretto dallo Stato ai cittadini. Saranno poi i cittadini a mettere i soldi dove credono. Per intenderci con massima chiarezza:
  • anziché finanziare direttamente le scuole, lo Stato ti dà i soldi per iscrivere tuo figlio ad una scuola privata di tua scelta.

  • anziché finanziare gli ospedali, lo Stato ti dà i soldi per un'assicurazione che coprirà le cure. Sarai tu a scegliere la struttura privata in cui curarti.

  • Anziché darti una pensione, lo Stato ti dà i soldi per un'assicurazione privata.


e così via.

Queste innovazioni restituirebbero ai cittadini la libertà di scelta, libertà che oggi non hanno (ad eccezione dei più ricchi). E questa maggiore libertà non avverrebbe alle spese dell'equità o della redistribuzione: come abbiamo visto, la redistribuzione continuerebbe ad esistere. Ciò che terminerebbe, o diminuirebbe enormemente, è il potere dei politici, e dei burocrati, di spendere denaro non loro. Di conseguenza, diminuirebbero drasticamente le inefficienze, la partitocrazia, i clientelismi, la corruzione, la burocrazia, ecc.

Questi fenomeni catastrofici nascono dal fatto che gli esseri umani, nella speranza di risolvere dei problemi reali, hanno creato il cosiddetto "stato sociale", cioè hanno conferito a dei burocrati il potere di prendere decisioni al posto loro. In questo modo hanno creato dei centri di potere che fanno invariabilmente l'interesse dei più forti, non dei più deboli. Questi centri di potere fungono inoltre da "colli di bottiglia" decisionali che riducono la produttività, danneggiando soprattutto i più deboli. In definitiva, lo stato sociale, nel senso definito sopra, si è rivelato un mezzo cattivo per raggiungere un fine buono. Non ha risolto i problemi originali, ma li ha accentuati, e ne ha creati di nuovi, più gravi. Le condizioni dei più poveri e dei più deboli sono oggi peggiori di come sarebbero senza lo stato sociale. (Mentre sono migliori che in passato, ma ciò non è dovuto allo stato sociale, ma soltanto al progresso tecnologico, come vedremo. Lo stato sociale ha agito contro questo miglioramento.).

Intendo inaugurare una serie di post per argomentare tutto ciò. Se queste idee innovative non trovano spazio in un blog illuminista, allora dove? :)
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