mercoledì 4 luglio 2007

La disonestà intellettuale che divide


Qualche giorno fa sono stato ad un matrimonio religioso e sono rimasto senza parole, come sempre, di fronte alla disinvoltura con cui le persone religiose affermano cose che chiaramente non possono sapere. (Gesù Cristo è risorto, Gesù Cristo ebbe natura divina, Gesù Cristo nacque da una vergine, esiste un Dio che ci ha creati, Dio è tre al prezzo di uno, ecc). Credo che chiunque ami la verità e l'onestà dovrebbe indignarsi di fronte a questo comportamento, e sollevare delle obiezioni. Inutile dirlo, questo non avviene, e le conseguenze sono drammatiche. A tale proposito, ho raccolto alcune citazioni di Sam Harris, che trovate anche sul libro tratto dal blog.

Contro la disonestà

Chiunque pensi di sapere per certo che Gesù sia nato da una vergine o che il Corano sia il mondo perfetto del creatore dell'universo sta mentendo. O sta mentendo a se stesso, o a tutti gli altri. In nessuno dei due casi queste false certezze dovrebbero essere celebrate.

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La verità è che nessuno al mondo ha una buona ragione per credere che Gesù sia resuscitato dalla morte o che Maometto abbia parlato all'angelo Gabriele in una caverna. Eppure miliardi di persone affermano di essere certe di queste cose. Come risultato, alcune idee degne dell'età della pietra riguardanti gli argomenti più disparati ― il sesso, la cosmologia, l'eguaglianza tra i sessi, l'anima immortale, la fine del mondo, la validità della profezia, eccetera ― continuano a dividere il nostro mondo e a sovvertire il nostro dialogo tra le nazioni. Molte di queste idee, per loro stessa natura, ostacolano la scienza, infiammano il conflitto umano e dilapidano risorse già scarse.
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Che faresti se io ti dicessi che sono certo che le cellule del mio corpo siano un numero pari? Quali sono le probabilità che io sia nella posizione di avere davvero contato le mie cellule (sono nell'ordine dei 100 trilioni) e che le abbia contate correttamente? Sarebbe forse ingiusto (o peggio "intollerante") da parte tua liquidare la mia affermazione come il prodotto di un auto-inganno oppure di semplice disonestà? Nota che questa affermazione ha il 50% di probabilità di essere vera (diversamente dalle affermazioni sulla nascita da una vergine e sulla resurrezione), eppure è completamente ridicola. Certe pretese di conoscenza ― anche su fatti che hanno una grande probabilità ― svergognano immediatamente i loro sostenitori come intellettualmente disonesti. Ti prego di scusarmi se dico che è straordinariamente ovvio che né tu, né il Papa, né alcun cristiano siete nella posizione di sapere che Gesù è davvero nato da una vergine o che un giorno ritornerà sulla terra brandendo poteri magici.

Puoi chiamarmi "intollerante" quanto vuoi, ma questo non farà sembrare più ragionevoli le tue pretese irragionevoli di sapere; non renderà le tue affermazioni di conoscenza religiosa diverse da affermazioni altrui che tu consideri illegittime.

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Uno dei più grandi problemi della religione è che è costruita, in un grado notevole, su bugie. La mamma dice di sapere che la nonna, dopo che è morta, è andata diritta in paradiso. Ma la mamma non sa veramente questa cosa. La verità è che, mentre mamma può essere rigorosamente onesta in qualunque altro campo, in questo caso non vuole distinguere tra ciò che veramente sa (cioè ciò che ha buone ragioni di credere) e (1) ciò che vorrebbe fosse vero, o (2) ciò che permetterà ai suoi figli di non soffrire troppo nell'assenza della nonna. Ella sta mentendo ― o a se stessa o ai suoi figli ― ma siamo tutti d'accordo di non parlarne. Piuttosto che insegnare ai nostri bambini ad affrontare il dolore e a reagirvi, insegniamo loro a mentire a se stessi.


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Oggi è possibile essere così istruiti da saper costruire una bomba atomica e allo stesso tempo pensare che otterrai 72 vergini in paradiso. La mente umana è così divisa in compartimenti stagni che questo è possibile. Le nostre conversazioni sono così settoriali e partizionate che le proposizioni religiose sono immuni alla pressione critica.
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Quindi, quello che io sto sostenendo, e che sostengo nel mio libro, è che dovremmo divenire intolleranti verso la disonestà, nelle conversazioni che facciamo. Non voglio dire che abbiamo bisogno di nuove leggi. Non servono leggi contro la negazione dell'Olocausto. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è uno standard di onestà intellettuale, per cui le persone che sostengono di essere certe di una cosa che chiaramente non possono sapere vengano pressati nelle conversazioni, messi in difficoltà. Vedete, sarebbe tutto risolto. Se trattassimo tutti coloro che parlano di Dio nell'aula del senato come se avessero appena parlato di Poseidone... [il pubblico ride] ... voglio dire, immaginate: abbiamo tutti questi uragani nel Golfo, e immaginate che qualche senatore dicesse che in realtà dobbiamo tutti pregare Poseidone, che dopotutto quella è la sua giurisdizione, che l'oceano si sta riprendendo le nostre città. Chiaramente questa sarebbe la fine della carriera politica di quella persona. E guardate, non è che qualcuno abbia scoperto nel terzo secolo che il Dio biblico esiste e Poseidone no: le due affermazioni hanno esattamente la stessa dignità intellettuale.

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Il problema è che, dovunque uno si collochi [nel vasto spettro delle posizioni religiose], inavvertitamente fornirà a quelli più fanatici di lui una protezione dalle critiche. I normali fondamentalisti cristiani, affermando con decisione che la Bibbia sia il mondo perfetto di Dio, inavvertitamente favoriscono i Dominionisti ― milioni di uomini e donne che, a loro volta, stanno silenziosamente trasformando il nostro paese in una teocrazia totalitaria che ricorda la Ginevra di Giovanni Calvino. I cristiani moderati, con il loro attaccamento alla divinità di Gesù, proteggono la fede dei fondamentalisti dalla pubblica derisione e stigmatizzazione. I cristiani liberali ― che non sono sicuri di cosa credono ma semplicemente amano l'esperienza di andare in chiesa di tanto in tanto ― proteggono i moderati da un'adeguata collisione con la razionalità scientifica. E in questo modo sono trascorsi secoli e secoli senza che nella nostra società fosse fatta un'affermazione onesta su Dio.
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